Olimpiadi 2026 e centri scommesse: a settembre due Odg

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Sensibilizzare la Città Metropolitana alla candidatura per le Olimpiadi 2026 e regolamentare le aperture dei centri scommesse.

Sono due gli ordini del giorno che il Partito Democratico di Chieri porterà all’attenzione del prossimo Consiglio Comunale di fine settembre. Il primo riguarda la tanto incerta, quanto discussa, adesione di Torino e Provincia alle Olimpiadi del 2026, mentre il secondo verte sulla nuova collocazione dell’ex sala scommesse di strada Riva: via Vittorio Emanuele II, di fronte all’Istituto Salesiano Cristo Re.

La posizione del PD rispetto ai giochi olimpici è ben chiara: meglio valutare l’opportunità ed essere meno intransigenti, prima di rifiutare.

«Una nuova edizione dei Giochi Olimpici potrebbe innescare una nuova stagione di crescita e sviluppo per tutto il territorio – motiva Alessandro Sicchiero, segretario del PD di Chieri – Partendo con il vantaggio di aver ospitato le Olimpiadi del 2006, il Piemonte è già dotato di tutti gli impianti, senza dover affrontare nuovi ingenti costi di realizzazione».
L’esperienza del 2006 fa dunque da apripista alla possibile candidatura: «Le Olimpiadi invernali del 2006 hanno trasformato radicalmente il nostro territorio, rendendo Torino e la Provincia mete turistiche per cui ancora oggi ne beneficiamo».
E proprio per questa ragione la possibile candidatura di Torino per i giochi Olimpici e Paraolimpici del 2026 è stata accolta favorevolmente da molti Sindaci del territorio e dalle attività produttive: «Puntare sul turismo è essenziale, sopratutto in un territorio come Torino da sempre connotato per l’industria e l’indotto automobilistico ora in declino. In un momento in cui le aziende chiudono o si spostano all’estero, rinunciare a priori non può che creare un danno a lungo termine per tutta la Regione  – sottolinea Sicchiero – E ci auguriamo con questo ordine del giorno di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma sopratutto far riflettere la Città di Torino delle ripercussioni negative che potrebbe avere»

Per ciò che concerne la spinosa questione del gioco d’azzardo accanto al luogo di culto, nonché scuola media e oratorio, l’atteggiamento del PD è meno indulgente e chiede vengano disciplinate le aperture come già avviene per le sale giochi.

«E’ una collocazione impropria – motiva Sicchiero –  Siamo consci che il Comune non potesse impedirne l’apertura, ma riteniamo sia necessario un controllo più severo da chi dà le autorizzazioni essendo un settore governato dal Monopolio di Stato attraverso la Questura, perché non si tratta di un’attività qualsiasi».
Il partito mira a richiedere al Governo della Repubblica l’introduzione di una norma unica per tutto il territorio nazionale, che possa fornire alle amministrazioni locali ulteriori strumenti per fronteggiare con tempestività i rischi provenienti dal proliferare di luoghi dediti ad attività riconducibili al gioco d’azzardo.
«Chiediamo l’equiparazione tra le sale da gioco e le sale scommesse, così da sottoporre anche a queste ultime alle limitazioni previsti relativamente alla distanza da punti sensibili come scuole, centri di aggregazione giovanili e luoghi di culto – conclude il segretario – Aneliamo a una norma completa, che tuteli i diritti delle fasce più facilmente influenzabili come quelli delle migliaia di persone che lavorano nel settore».