Reddito maternità: mille euro per retrocedere di 50 anni.

Una raccolta firme per incentivare le donne a stare a casa a occuparsi dei figli.

«Come si può promuovere un bonus che scoraggia ogni forma di autonomia al femminile e incentiva il lavoro in nero?».
Alessandro Sicchiero, candidato sindaco del Partito Democratico chierese, non ha atteso molto per esprimere il suo parere circa l’iniziativa organizzata dal Popolo della Famiglia e sostenuta dall’esponente di Forza Italia Rachele Sacco.

Nella giornata di sabato 23 febbraio, l’azzurra, sulla sua pagina Facebook e inviando un sms ai suoi contatti ha infatti invitato a sottoscrivere la raccolta firme proposta del partito di Mario Adinolfi in favore del Reddito di Maternità: mille euro mensili a tutte le donne che rinunciano alla carriera per dedicarsi esclusivamente alla famiglia.

«L’assistenzialismo è sicuramente un ottimo modo per accaparrarsi voti, ma non per fare una buona politica – da una stoccata Sicchiero, padre di tre figli – Dedicarsi full-time alla casa e alla famiglia deve essere una scelta consapevole, non una marchetta elettorale che ci fa tornare indietro di 50 anni».

La proposta del Popolo della Famiglia prevede l’indennità di maternità per i primi otto anni di vita del figlio in assenza di altri redditi o impegni lavorativi, scegliendo dunque di dedicarsi in via esclusiva alla condizione di madre lavoratrice nell’ambito familiare con particolare riguardo alla cura dei figli.

«Il primo paradosso è che si relega la cura dei figli in via esclusiva alla donna, escludendo dall’incentivo i padri – sottolinea Sicchiero – Guardiamo all’Europa, ci indignamo per la mancanza di parità e poi ci troviamo proposte del genere».

Secondo Sicchiero, un simile provvedimento rappresenterebbe inoltre un vero e proprio “schiaffo” nei confronti di quelle donne che, con non poche difficoltà, si prodigano per essere madri e lavoratrici al tempo stesso.

«Questa proposta è un insulto per quelle donne che si occupano dei figli e contemporaneamente lavorano guadagnando comunque mille euro al mese. Una donna che lavora e riesce nel contempo a contribuire al benessere della famiglia non merita certo meno considerazione di un’altra.

Oltretutto si rischia di fomentare il lavoro nero o peggio ripristinare un concetto patriarcale della famiglia. Questo bonus è totalmente ingiustificato e il suo importo, che ammonterebbe a 12 mila euro l’anno fino agli 8 anni del figlio, non è sostenibile e comunque potrebbe essere destinato a misure più eque».

Quali? Sicchiero non ha alcun dubbio.

«Incentivare intanto orari più flessibili per entrambi i genitori, prolungare i congedi di maternità e paternità, diminuire i costi delle rette dei nidi, come la nostra amministrazione ha appena approvato con una variazione di bilancio – conclude Sicchiero – Incoraggiare l’imprenditoria “in rosa” e lo smart working da casa, potrebbero essere un’ottima soluzione. Non dimentichiamo inoltre il ruolo degli uomini: anche noi abbiamo diritto di essere coinvolti nell’educazione dei figli senza essere relegati a posizioni di secondo piano».