Si è avviato martedì 26 giugno il laboratorio del Partito Democratico di Chieri per il rilancio del centro storico.
Con un metodo di lavoro per la partecipazione e la raccolta di idee innovative, gli interventi che hanno caratterizzato la serata hanno portato spunti molto interessanti, che meriterebbero ciascuno un approfondimento per consentire ai lettori di “legare” fra loro le presentazioni che troverete pubblicate.
Tutte le presentazioni hanno dimostrato come sia difficile agire per il rilancio del centro storico con una sola azione, una sola politica: cultura, ambiente, mobilità, commercio devono interagire e fare “sistema” per rendere vivo e vivibile uno spazio bello della città.
Il segretario del PD chierese Dario Molino ed il Gruppo Consiliare hanno presentato le ragioni per cui si è partiti dal centro storico con un metodo di lavoro nuovo.
Ci sono decisioni che l’attuale amministrazione intende prendere che avranno effetti negativi sul centro, decisioni che vengono prese ora e che lasceranno ferite indelebili.
Tra queste, la proposta di realizzare di un parcheggio in area ex De Tommasi in Viale F. Fasano invece di trasformare l’area in un parco; e ancora, la destinazione residenziale dell’area delle ex scuole di Via Tana – che è un’area pubblica a servizi. Sono decisioni a cui strenuamente ci opponiamo.
Riteniamo poi altrettanto grave che 1,8 milioni di euro, versato dalla IperCoop nel 2009, somma che avrebbe dovuto aiutare il commercio del centro storico, ancora giacciono nelle casse del comune e non ci sono buone idee su come spenderli, mentre il centro ne ha una necessità vitale.
L’assessore Cussa di Savigliano ha spiegato come in 10 anni l’amministrazione di cui fa parte ha affrontato il problema della mobilità sostenibile e della pedonalizzazione con tutta una serie di interventi che sono partiti dal Piano Generale del Traffico Urbano e che hanno prodotto: bike sharing, parcheggi di interscambio auto-bus-biciclette, linee di navette che attraversano la città, collegamenti con altri centri, valorizzazione delle piazze e del centro commerciale naturale della città e ri-portato i giovani in centro con la movida dell’aperitivo al Savigliano Beach. Tutto ciò grazie ad un uso attento delle risorse, delle proposte tecniche, dei bandi europei.
Il professor Ferruccio Ferrua ha spiegato come si è mossa, allargandosi, la struttura della città nel tempo, con particolare attenzione alle mura e ai mercati del centro. Si è visto come le decisioni di vendere, di demolire, di comprare parti della città si sono sempre basate, nel tempo, su necessità economiche o per favorire questo o quel potentato. Anche oggi il Comune di Chieri, dopo aver lasciato insediare una azienda privata per tanti anni sul “barbacane” (spazio pubblico fra le mura e il fiume), l’ha ricomprato, rendendolo di nuovo pubblico, per farne uno spazio a parcheggi e non uno spazio verde (ex De Tommasi). Un esempio evidente di corsi e ricorsi storici.
Le associazioni di categoria dei commercianti sono intervenute ricordato come sia importante, per contrastare meglio la crisi, fare “sistema” fra tutti quelli che ci sono, cercando di comporre interessi anche oggettivamente in conflitto, e come sia importante per il centro e anche per il commercio, farne un luogo attrattivo sia per le famiglie che per i giovani. Cosa che non possono fare i commercianti da soli, ma che anche i commercianti possono fare.
Le associazioni intervenute hanno portato idee e stimoli:
– Muoviti Chieri ribadendo poche semplici buone pratiche come le “Zone 30” e il permesso alle bicilette di circolare in due sensi anche laddove c’è il senso unico;
– il Comitato per la qualità della vita Amici del Centro Storico ha raccontato come negli anni abbiano avanzato proposte e richieste che andavano nel senso delle buone pratiche raccontate da Savigliano, e si è detto disponibile alla collaborazione al laboratorio;
– l’associazione Carrerum Potentia, che si occupa della fruizione culturale del centro e della città in generale, ha ricordato che la città non può rimanere senza un visibile ed efficiente spazio Informazioni, le condizioni di degrado in cui versa il museo del Tessile e il fatto che il tesoro del Duomo, uno dei più importanti del Piemonte, sia chiuso da tempo. Tutte ricchezze che potrebbero essere meglio sfruttate.
Infine Simona Gallina, architetto locale che sta lavorando all’Università sul tema delle smart-cities, ha raccontato quali sono i principi “smart”, derivanti da una progettazione dell’Unione Europea. Sono principi che potrebbero rappresentare le linee guida per ragionare su come Chieri possa svilupparsi, avvicinandosi al modello smart. Sono principi che possono sembrare astratti, ma con un po’ di approfondimento si può trovare il modo di renderli concreti e operativi anche per una cittadina come Chieri.
Certamente in questo momento ci stiamo allontanando dal modello europeo di cittadina vivibile e coesa, quindi tocca a tutti quelli che hanno a cuore il futuro della città invertire la rotta: per noi come partito questo è un compito fondamentale, e ci lavoreremo con tutti coloro che manifestano sensibilità su questi temi.
Il laboratorio si è chiuso dopo la mezzanotte con un richiamo metodologico sul contenimento dei tempi della serata (lo accettiamo, ci siamo fatti prendere la mano dalle tante cose che c’erano da dire!) e con buon bicchiere di freisa, e la promessa di mettere a disposizione i materiali sul sito www.pdchieri.it e di dare un appuntamento a settembre per approfondire un tema di quelli lanciati dalla serata.
Il PD di Chieri
ENTRO BREVE PUBBLICHEREMO LE SLIDE PROIETTATE DURANTE LA SERATA
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