Carissimi sostenitori,
dopo aver letto oggi il Corriere di Chieri, siamo consapevoli di dovervi raccontare molte cose: le informazioni riportate sul giornale sono da completare o da correggere.
Ma ci preme farvi arrivare al più preso la nostra posizione sull’emendamento proposto dai gruppi di maggioranza sull’azzeramento dei fondi dei gruppi consiliari.
Si tratta di una cifra complessiva di 6300 euro, la quota del PD è di 1337 euro, come segnalato nel bilancio del partito.
Il fondo serve per iniziative dei gruppi consiliari: per esempio nel 2012 lo abbiamo usato per pagare l’avvocato che ha diffidato la Giunta sul tema delle quote rosa (600 euro) e per pagare le lettere che abbiamo mandato ai partecipanti alle primarie degli anni precedenti (più di 700 euro) per richiamarli alle primarie del 2012.
I gruppi di maggioranza hanno proposto, con un emendamento presentato direttamente in consiglio, l’azzeramento del fondo, per la cifra completa, per i gruppi sia di maggioranza che di minoranza.
Di solito gli emendamenti al bilancio si mandano a tutti i gruppi, perché si possa decidere prima come votare. Tanto più sarebbe stato necessari questa volta, visto che si decideva su prerogative che sono anche delle minoranze.
Consultando il regolamento del consiglio comunale ci siamo resi conto che, sull’argomento specifico, il regolamento dice che l’ammontare del fondo è deciso dalla conferenza dei capigruppo, su proposta del presidente del consiglio comunale. Anche questa procedura non è stata seguita.
Così siamo passati, nel corso della discussione, da un iniziale assenso di massima a ridurre i costi della politica, a chiedere che ritirassero l’emendamento, in modo che se ne potesse discutere in capigruppo, e presentare nel prossimo consiglio la relativa variazione di bilancio.
Le nostre argomentazioni sull’inopportunità del provvedimento sono state:
- sulla procedura utilizzata, assolutamente non condivisa con la minoranza
- sul fatto che è piuttosto antidemocratico che la maggioranza decida di toccare le risorse anche della minoranza, visto che i gruppi di maggioranza hanno molte occasioni di visibilità essendo supportati della Giunta
- sul fatto che nella decisione della serata fosse completamente assente un gruppo di minoranza (progettazione chierese)
- sulla strumentalizzazione dell’uso dell’emendamento: destinare all’handicap in modo generico 6300 euro, può avere un senso se si sa che c’è un’esigenza, una scopertura su qualche capitolo che riguarda i servizi per l’handicap. Niente di tutto questo ci è stato spiegato e sottoposto dalla maggioranza.
A quel punto, vista la loro rigidità a cambiare o differire la decisione, i nostri dubbi sulla correttezza e anche sulla sostanza della procedura, tutto considerato, abbiamo deciso di NON partecipare al voto.
Questo ovviamente non vuol dire che non siamo d’accordo alla riduzione dei costi della politica, o sul finanziamento di iniziative sull’handicap. Crediamo che tutta la nostra azione a favore delle politiche sociali dall’inizio di questa amministrazione lo possa testimoniare senza paura di smentite.
Ma quello adottato dai gruppi di maggioranza non è un metodo corretto né nella forma, né nella sostanza.
C’è ancora una osservazione da fare su come questa amministrazione intende i diritti delle minoranze: questo non è l’unico atto di “attacco” alla manifestazione del libero pensiero. Nella stessa serata di consiglio la maggioranza ha bocciato la mozione con cui tutte le minoranze chiedevano che Cucci si dimettesse da presidente della commissione di controllo e garanzia perché non si riconoscono nella loro posizione di “supporto” non esplicito ma fattivo, alla maggioranza. Inoltre questa amministrazione ha inserito nel regolamento di occupazione del suolo pubblico ostacoli e ostacolini burocratici per impedire ai gruppi politici di lavorare.
Facciamo gli esempi concreti:
- per manifestare con un tavolino e due sedie bisogna chiedere l’occupazione dello spazio pubblico due settimane prima della data prevista: come se le manifestazioni politiche del pensiero si potessero programmare con due settimane di anticipo. Però se si rinuncia all’esenzione del 100%, ossia se si paga, allora i tempi si riducono di una settimana.
- Se, per ovviare ai problemi di cui sopra, si prenota uno spazio pubblico per più tempo, allora bisogna utilizzarlo oppure disdirlo almeno una settimana prima, altrimenti si incorre in una sanzione (cioè si paga …)
- Se si vuole volantinare bisogna andare a dire chi, dove, quando, con quale volantino (e fin qui, nulla di strano) ma bisogna altresì pagare 12 euro per due persone massimo che volantinano.
Ora si aggiunge quest’ultimo atto: non c’è che dire, proprio un orientamento alla democrazia!
Vi ringraziamo per l’attenzione e vi auguriamo una serena Pasqua
Il gruppo consiliare PD
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