Gli “Orizzonti Selvaggi” di Calenda a Chieri

carlo calenda

Oltre 300 persone per assistere alla presentazione di Orizzonti Selvaggi il nuovo libro dell’ex Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Una sala gremita. Una presenza «né insperata né imprevista» quella di mercoledì 17 ottobre, al Caffè Letterario nella quale erano presenti appassionati di libri e lavoratori dell’Ex Embraco, una delle tante fabbriche da cui il libro prende spunto. “Capire la paura per trovare il coraggio” questo l’obiettivo di Carlo Calenda, che edito da Feltrinelli, ha voluto raccontare la sua visione di Italia del cambiamento. Un’Italia che ha bisogno di tecnologia, letteratura e consapevolezza . Un’Italia a cui non servono sussidi, ma incentivi.
«C’è stata una forte volontà reciproca, nostra e sua, di essere qui a Chieri – introduce Alessandro Sicchiero, segretario Pd Chieri – tanti dei presenti hanno toccato con mano la paura, il timore di perdere il lavoro, come è accaduto all’ex Embraco di Riva presso Chieri. Ora l’area è in fase di reindustrializzazione, anche grazie all’impegno di uomini come Carlo, che dimostrano come la politica possa e debba orientare le nostre più piccole scelte quotidiane. Il cambiamento non va subìto ma governato, guidato».

Molti i chieresi e residenti del territorio presenti: «Molti di voi qui hanno toccato con mano la paura, la paura di perdere il lavoro in 500 – continua Sicchiero – Mi riferisco alla fabbrica Embraco. Una convergenza di fattori, diciamo così, favorevoli, ha fatto sì che ci fosse l’uomo giusto al momento giusto a tentare di risolvere una crisi annosa arrivata al culmine proprio in questo stesso periodo dello scorso anno».

La fatica letteraria di Calenda si presenta come un’analisi della storia industriale-economica dell’Occidente dell’ultimo decennio e offre spunti, proposte, critiche e soluzioni anche sul piano politico. Dal felice epilogo dell’Embraco, i cui dipendenti sono stati reintegrati dopo l’accordo con Ventures, fino all’auspicata nascita di un nuovo centrosinistra, passando per l’incerta sorte dello stabilimento del caffè Hag e Splendid di Andezeno. L’ex Ministro ha individuato quella che, secondo lui, è stata la debolezza della vecchia ideologia progressista.

Quella di Calenda è una critica forte anche interna al proprio partito il PD, spesso reo di essere troppo “morbido”: «Non si può contrastare la politica della paura, quella che sta portando avanti l’attuale Governo giallo-verde, limitandosi a dire che non si deve avere paura» marca l’ex Ministro.

La sua proposta, evidenziata anche nel libro, è restaurare il sistema “dal basso”: «In Italia, una persona su quattro è affetta da analfabetismo funzionale. Questo dato porta a capire come, molto spesso, sia facile confondere i dati reali con la cronaca. Il numero degli stranieri presenti sul territorio nazionale è percepito circa quattro volte in più di quello reale. Bisogna adottare una politica più dedita allo sviluppo culturale, strategica», senza lasciarsi allettare da quella che nel suo libro definisce “la ricerca della strada più facile”: reddito di cittadinanza, rimpatrio immediato, chiusura delle frontiere, taglio ai vitalizi.
«La strada più semplice è quella che porta ad un immediato abbassamento dei costi. Ed è il cammino più battuto da chi non possiede le capacità tecniche e neppure la preparazione adeguata, necessarie a comprendere i complessi flussi della globalizzazione».

Calenda ha infine regalato 500 copie ai lavoratori dell’oramai ex Embraco, alla cui vicenda ha dedicato un intero capitolo di approfondimento: «Uno dei messaggi che ci ha consegnato Calenda nel libro, è che la politica può e deve orientare le scelte quotidiane in tutti gli ambiti. Anche quando si pensa che tutto sia ineluttabile (globalizzazione, delocalizzazione, sono fenomeni che non vanno subiti ma governati, guidati…) – considera Sicchiero – Invitare Calenda a Chieri è stato anche un modo per dimostrare che come PD siamo pronti a metterci in discussione, non solo a livello politico, ma sopratutto a livello personale, dando un messaggio di concretezza».
Aggiunge il segretario facendo riferimento anche alla figura politica dell’autore:

«Calenda sicuramente è un personaggio discusso all’interno del partito. La sua determinazione è forte e lo ha dimostrato nella capacità di proporre e costruire scenari nuovi con l’obiettivo di non lasciare a casa più di 400 operai. Per questo avere ospitato a Chieri Carlo Calenda è un onore. Abbiamo avuto prova ulteriore della sua empatia e della sua capacità di spiegare alle persone il valore delle sue proposte»